Applicazioni della calce nell'industria del

Vetro

Calce per l’industria del vetro

La fabbricazione del vetro avviene, sostanzialmente, abbassando il punto di fusione della sabbia silicea (materiale “vetrificante” per eccellenza, apportatore di silice in grado di realizzare il reticolo a carattere amorfo e disordinato che caratterizza la struttura vetrosa) da 2.000°C circa a valori prossimi a 1.500°C mediante l’aggiunta di elementi “fondenti” quali la soda e la potassa. Il processo produttivo presuppone inoltre l’aggiunta di agenti “affinanti” come il solfato di sodio che facilita l’espulsione dal fuso di bolle gassose e migliora l’omogeneità del vetro e “stabilizzanti” quali il carbonato di calcio o la calce al fine di rendere la struttura vetrosa meno alterabile (chimicamente e meccanicamente) soprattutto annullando l’effetto della soda che renderebbe altrimenti il vetro solubile in acqua. I prodotti calcarei o a base di calce contribuiscono altresì ad abbassare il punto di fusione della silice.

 

Nella pratica moderna, la continua ottimizzazione dei processi produttivi orientata verso soluzioni sempre più efficienti sia da un punto di vista energetico che ambientale, ha portato a un costante miglioramento di tutte le fasi di lavoro compresa la scelta delle migliori materie prime.

L’incessante ricerca di materiali in grado di ridurre il fabbisogno energetico in fase di fusione e nel contempo di minimizzare le emissioni in atmosfera derivanti dal processo fusorio ha quindi reso sempre più attuale l’utilizzo di prodotti già calcinati in luogo dei prodotti calcarei tradizionali.

Questo è il caso dell’utilizzo della calce viva che viene oggi sempre più preferita al carbonato di calcio, per i ben noti vantaggi che questa sostituzione porta al processo vetrario: la calce, sia essa calcica che dolomitica, dotata di maggiore reattività rispetto al corrispondente carbonato (minore tempo di fusione), permette infatti di ottenere considerevoli risparmi energetici attraverso un processo di fusione più rapido, consente di ridurre le emissioni di gas serra (come, per esempio, la CO2) e in ultimo di aumentare globalmente la lavorabilità e la qualità del vetro finito (minori difetti strutturali) attraverso la minimizzazione di infusi e bolle.

Partendo dall’esperienza dei produttori di fibra di vetro, successivamente estesa ai fabbricanti delle altre tipologie di vetro (piano, cavo, etc.), la calce è oggi largamente utilizzata ed è ritenuta una materia prima insostituibile nella moderna attività vetraria.

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